La finanza comportamentale parte dalla tesi che le persone non sono completamente razionali e i mercati del tutto efficienti. Dunque necessita abbandonare l’approccio scientifico della finanza classica e preoccuparsi dell’investitore e dei suoi obiettivi, come suggerisce la finanza olistica.
LE PERSONE NON SONO SEMPRE RAZIONALI
Le emozioni. Paura, insicurezza, avidità, orgoglio, rammarico. Sono alcune delle emozioni che possono incidere sulle decisioni degli investitori.
Le decisioni vengono influenzate dalle esperienze passate.
Errori cognitivi. A differenza di quanto avviene con le emozioni, in questo caso la mente ragiona in modo razionale, ma può incappare in errori come l’eccessiva sicurezza o l’eccessivo ottimismo, come l’illusione di avere il controllo su fenomeni che in realtà sono incontrollabili oppure la convinzione di voler mantenere lo status quo semplicemente perché in realtà non si è in grado di affrontare un cambiamento strategico.
Perdite VS Guadagni. L’avversione alle perdite è una tematica più volte analizzata dagli studiosi di finanza comportamentale. Secondo una teoria accettata da più parti, questa avversione è così forte che una perdita pesa 2,5 volte più di un guadagno della stessa entità. Inoltre, se l’investitore ha già sperimentato una perdita, può farsi prendere dalla tentazione di rischiare per tornare velocemente in pari, un po’ come succede con i giocatori d’azzardo. Un atteggiamento che in genere non fa che peggiorare le perdite.
IL MERCATO E’ INEFFICIENTE
Il sistema finanziario non è rischioso ma incerto, in quanto se fosse rischioso sarebbe matematicamente modellabile attraverso il concetto di probabilità mentre è incerto in quanto non è ottimizzabile matematicamente. Dunque, dimentichiamoci la “frontiera efficiente” (che funziona sul passato ma non per il futuro).
CONCLUSIONE
Necessita rendere l’investitore consapevole di questa inevitabile incertezza ed aiutarlo a sviluppare processi decisionali che non partano da una impossibile ottimizzazione del rischio/rendimento attesi, bensì dalla definizione dei propri obiettivi di vita collegati ad esigenze finanziarie, al fine orientare le scelte in primo luogo garantendo la “sopravvivenza” finanziaria per poi risalire i gradini della piramide dei bisogni di Maslow.
La finanza comportamentale insegna a definire un proprio obiettivo definito e chiaro, applicabile alla vita reale, chiamato anche Goal Investing. L’educazione dei figli, la pensione, l’acquisto di una casa o lo sviluppo di una società sono obiettivi reali che possono essere applicati in una strategia di investimento. Spostando la propria attenzione da parametri freddi e astratti, come possono essere la tolleranza al rischio e l’orizzonte temporale, a scopi tangibili legati alla vita quotidiana sarà più facile raggiungere gli obiettivi. Questi ultimi possono essere divisi in obiettivi ad accumulo, legati alla prima fase della vita di una persona e volti a creare un capitale e obiettivi a decumulo, associati alla seconda fase della vita e con lo scopo di fornire un reddito integrativo.